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Il Bilancio Partecipativo


L’Università di Torino è il primo Ateneo in Italia a realizzare il Bilancio partecipativo.

Il Bilancio partecipativo è la metodologia di ascolto, relazione e comunicazione, che permette il coinvolgimento attivo della comunità, adottato ai fini della costruzione del bilancio di previsione. Questo bilancio rappresenta lo strumento per implementare la linea politica dell’ateneo, finanziando attività strategiche legate alla didattica, alla ricerca, alla Terza missione e all’organizzazione dell’università.

Nell’edizione del 2022, il tema è quello dell’internazionalità, particolarmente adatto alla sperimentazione poiché:

  • rientra nel piano strategico in vigore
  • ha ricadute in molti ambiti della vita universitaria
  • coinvolge tutto il personale dell’amministrazione.

Tutto il processo è coordinato dal Gruppo di Lavoro che include membri del Consiglio di Amministrazione e del Senato Accademico, oltre ai/alle Dirigenti e Responsabili delle Direzioni coinvolte. Le attività svolte dal gruppo di lavoro riguardano, in particolare:

  • analisi delle proposte e la sintesi da sottoporre alla discussione finale
  • fluidificazione di tutto il processo
  • monitoraggio delle attività
  • raccolta stimoli e suggerimenti per un nuovo percorso.

L’edizione 2022 ha visto una conferenza di ateneo seguita da incontri nei diversi poli dell’università, nonché la raccolta di idee e commenti tramite una piattaforma online. Le proposte emerse sono state finanziate nel bilancio di previsione 2023 o con l’utile di esercizio 2022 e includono:

  • un fondo per agevolare l’accesso all’alta formazione agli studenti internazionali svantaggiati
  • scambi internazionali per il personale docente e tecnico-amministrativo
  • miglioramenti nei servizi di accoglienza per gli studenti internazionali.

UniTo ha già avviato la seconda edizione del Bilancio partecipativo di Ateneo per il 2023.

Il bilancio partecipativo e gli investimenti del 2023


Il tema emerso per l’anno del 2023 dal Bilancio Partecipativo è quello del Servizio agli Studenti, con particolare riferimento agli interventi volti a favorire il benessere degli/delle studenti/esse, per consentire il superamento di eventuali difficoltà didattiche e relazionali riscontrate nel corso del proprio percorso di studio.

Il bilancio di previsione


 

Il bilancio di previsione è il documento con cui l’Ateneo prevede e autorizza le entrate e le spese dell’esercizio. Rappresenta lo strumento con cui si dà attuazione alla linea politica dell’Ateneo, prevedendo anche il finanziamento delle attività ritenute strategiche per lo sviluppo della didattica, della ricerca, della terza missione e dell’apparato organizzativo-gestionale dell’Università. Il bilancio di previsione è redatto nel sistema di contabilità economico-patrimoniale (“partita doppia”) ed è composto da:

  • budget economico e budget degli investimenti d’esercizio autorizzatorio
  • budget economico e budget degli investimenti triennale
  • bilancio preventivo unico di Ateneo non autorizzatorio in contabilità finanziaria
  • bilancio di previsione unico di Ateneo riclassificato per Missioni e Programmi (solo per la parte delle spese).

Con riferimento alle fasi di previsione, ogni Direzione prevede costi e ricavi di propria competenza classificandoli secondo diversi gradi di priorità: costi obbligatori (derivanti da obbligazioni in essere come gli stipendi, le utenze, i contratti passivi ecc.); costi discrezionali (non obbligatori ma inderogabili a pena di abbassamento del livello dei servizi).

Ogni Centro di Responsabilità dotato di autonomia di gestione (Dipartimenti, strutture di didattica, ricerca e servizi) prevede:

  • ricavi di esercizio
  • costi che trovano copertura utilizzando risorse proprie o assegnate dall’Ateneo.

Tutte le fonti/ricavi e tutti gli investimenti/costi concorrono a formare il pareggio di bilancio, raggiunto il quale le previsioni assumono carattere autorizzatorio e definiscono l’ambito gestionale entro il quale ciascun responsabile potrà operare.

Fonte: Bilancio Unico di previsione 2022

L’analisi del bilancio ha l’obiettivo di sintetizzare e illustrare le principali voci dello stato patrimoniale e del conto economico di UniTo.

Stato Patrimoniale


Lo stato patrimoniale mostra la situazione finanziaria dell’Istituzione al 31/12/2022 e rappresenta una fotografia alla fine dell’esercizio contabile. Fornisce informazioni chiave per comprendere gli impieghi e le fonti dell’attività di UniTo.

Fonte: Rielaborazione Bilancio d’esercizio 2022

Conto economico


Il documento di misurazione della performance annuale comprende il valore dei proventi e dei contributi, così come quello dei costi.

I proventi

I proventi rappresentano le entrate finanziarie che l’Ateneo ottiene dalle attività principali, ad esempio la vendita di servizi o tasse. Si distinguono

  • attività di ricerca commissionata (3,6%) che avviene quando un’organizzazione richiede la realizzazione di uno studio, determinando l’oggetto di ricerca, stabilisce i parametri e i requisiti e seleziona il ricercatore o il gruppo di ricerca che sarà incaricato di condurre lo studio
  • ricerche con finanziamenti competitivi (27,6%) coinvolgono un processo aperto in cui i ricercatori concorrono tramite la presentazione di progetti ad un’organizzazione finanziatrice, come ad esempio un ente pubblico o una fondazione
  • attività di didattica (68,8%) da imputare per l’86,14% al pagamento delle tasse per corsi di laurea, laurea specialistica, magistrale e ciclo unico. Nell’ambito di quelli definiti come altri corsi rientrano i corsi specializzanti, come i master, i Corsi Universitari di Aggiornamento Professionale e i ricavi per attività di Tirocinio Formativo Attivo. I test pre-immatricolazione e i contributi per l’esame di stato concorrono per il 2,16% del totale dei contributi per attività didattica.

I contributi

I contributi rappresentano le somme di denaro fornite all’ateneo da organizzazioni o soggetti esterni, come enti governativi, organizzazioni non governative, fondazioni, aziende private.

I contributi possono essere forniti per sostenere programmi o progetti dell’ente pubblico o per finanziare le sue attività generali. A differenza dei proventi, i contributi sono finanziamenti esterni che vengono forniti all’ateneo senza l’obbligo di restituzione. Oltre il 94% dei contributi deriva dall’attività del Ministero dell’università e della ricerca che concorre all’erogazione di contratti di formazione specialistica, borse di dottorato, perfezionamento, specializzazione e post dottorato.

Altri contributi (4,89%) comprendono i Contributi dalle Regioni e Province autonome, da altre Amministrazioni locali, dall’Unione Europea e dal Resto del Mondo.

Fonte: Direzione Bilancio e Contratti

Fonte: Rielaborazione Bilancio d’esercizio 2022

Fonte: Rielaborazione Bilancio d’esercizio 2022

I costi

Fonte: Rielaborazione da 56° Rapporto sulla situazione sociale del Paese Censis

I costi rappresentano le componenti negative di reddito per l’ateneo e possono essere riassunte in costi per

  • la gestione corrente (40%), dove rientrano quelli per l’attività di sostegno agli studenti (49,19%), i trasferimenti a partner di progetti coordinati (4,85%), l’acquisto materiale di consumo per laboratori (4,53%), l’acquisto di libri, periodici e materiale bibliografico (2,18%), l’acquisto di servizi e collaborazioni tecnico gestionali (33,02%), l’acquisto di materiali (0,53%) e i costi per il godimento di beni di terzi (5,70%). A quest’ultima categoria appartengono le spese sostenute per l’affitto di locali, noleggi, licenze software, project financing
  • il personale dedicato alla didattica e alla ricerca (39,2%), dove la spesa per docenti e ricercatori, di 600.718,47 €, rappresenta oltre il 62% del totale del costo per il personale. I costi per gli assegni di ricerca e le collaborazioni in generale rientrano nella categoria delle collaborazioni scientifiche e il valore in termini percentuali è del 5,43%
  • il personale dirigente e tecnico-amministrativo (16%)
  • altri costi (4,7%).

Trend di spesa


Nel mondo universitario i costi operativi sono in crescita costante. I trend di spesa di UniTo in confronto alle principali Università italiane, assimilabili per erogazione formativa e numero di studenti, secondo il Censis posizionano UniTo al 5° posto per dimensione dei costi operativi sostenuti, mentre è al 4° (come l’Università di Firenze) nella spesa prevista per il 2023. In particolare, la media della crescita negli investimenti per l’ateneo di Torino è di 3,59%, con l’apice di 13,35% dal 2021 al 2022 e una decrescita di -3,51 dal 2019 al 2020. Per tutti gli atenei, si riscontra una crescita nei costi nell’anno 2022, contestuale all’accesso ai finanziamenti dei fondi derivanti dai processi attivati dal PNRR. La media della crescita complessiva è di 13,21%, mentre l’anno pandemico ha osservato la riduzione media maggiore di costi, e quindi investimenti, pari a -1,03%.

Il 2022 è stato l’anno con il maggior incremento medio tra tutti gli atenei, mentre i previsionali del 2023 mostrano diverse scelte strategiche. Alcuni atenei come Torino, Pisa e Milano hanno riportato le proprie prospettive di spesa al periodo precedente la pandemia da Covid 19, perseguendo un approccio prudente. Altre università come Bologna, Padova e Firenze mostrano un atteggiamento più intraprendente.

Fonte: Rielaborazione da 56° Rapporto sulla situazione sociale del Paese Censis

Fonte: Elaborazione Open Data Portale dei dati dell’Istruzione Superiore, Ministero dell’Università e della Ricerca

La spesa di ogni ateneo per studente iscritto mostra margini di miglioramento per UniTo. L’ateneo sta faticando a ridurre il gap con le principali Università assimilabili. Infatti, nel 2019 la differenza tra la media della spesa e quanto speso da UniTo era di circa 1.400€ per ogni studente, salito a 1.700€ nel 2022.